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Ti racconto come ho fatto io a ricostruire me stessa quando la mia vita è andata a rotoli.

Immaginami, una ragazza che vive in un quartiere desolato della periferia est di Roma, cresciuta in una famiglia numerosa, affettuosa e imperfetta, dove i sacrifici erano il cemento di ogni relazione.

Il mio mondo era fatto di racconti condivisi intorno a un tavolo sempre pronto ad accogliere un ospite inatteso.

Eppure, dietro quel calore familiare, c’erano sogni che faticavano a trovare il coraggio di alzarsi in volo.

Crescendo, ho imparato a essere forte, o meglio, a sembrare forte. Mi buttavo a capofitto in progetti e sfide, dal lavoro autonomo all’apertura di attività, dalla costruzione di una famiglia alla gestione di relazioni complicate.

Ogni nuova impresa sembrava l’inizio di una grande vittoria, ma spesso si rivelava una lezione dolorosa.

Dietro ogni sorriso professionale e ogni decisione coraggiosa, si nascondeva una paura: quella di fallire, di non essere abbastanza.

La mia vita ha cominciato a sgretolarsi sotto il peso di aspettative irrealistiche, delusioni profonde e un senso di vuoto che cercavo di riempire con un “fare compulsivo”.

Mi ero chiusa a ogni emozione dolorosa, convinta che ignorarle fosse la strada per la serenità.

E invece, così facendo, ho scavato un abisso sotto i miei piedi.

Mi sentivo sola, disperata, come una barca in balia delle onde, senza un porto sicuro.

Il crollo è stato inevitabile: il fallimento di attività lavorative in cui avevo riversato tutte le mie energie, la fine di relazioni significative e un senso di smarrimento che mi accompagnava ogni giorno.

Ricordo una notte in particolare: ero seduta sul pavimento di casa mia, circondata dal silenzio, con il cuore pesante e la mente affollata di domande. “Come sono arrivata a questo punto? E adesso cosa faccio?”

Poi, qualcosa dentro di me si è acceso. Forse è stata la mia forza interiore, quella che non avevo mai smesso di nutrire con la determinazione che mi aveva portato fin lì.

Forse è stata la speranza, quella piccola scintilla che ti sussurra che, nonostante tutto, puoi ricominciare.

Ho iniziato a studiare, a leggere, a cercare risposte dentro di me e fuori.

Ogni libro, ogni corso, ogni incontro era un tassello di una nuova Alessandra.

Ho trovato nel counseling un’ancora, uno spazio accogliente dove poter elaborare le mie ferite,

accettare le mie vulnerabilità e trasformarle in punti di forza.

Non è stato facile. Ho dovuto affrontare le mie paure più grandi, guardare in faccia la disistima e rimuovere le cause profonde di quel senso di inadeguatezza che mi aveva accompagnata per anni.

Ho imparato che non si può vivere bene facendo finta di non sentire ciò che accade dentro di noi.

Quando tutto sembrava perduto, ho scoperto che la vera rinascita non è un evento improvviso, ma un processo lento, fatto di piccoli passi, cadute e risalite.

Ho imparato a chiedere aiuto, a non isolarmi, a costruire relazioni autentiche basate sulla fiducia e sul rispetto.

Oggi sono qui, con il cuore pieno di gratitudine per quel percorso. So che ogni sofferenza, ogni difficoltà,

mi ha portata a essere la donna che sono: sensibile, empatica, creativa e determinata.

Accolgo ogni persona senza giudizio, consapevole che ognuno di noi ha le sue lotte e le sue vittorie.

Se la mia storia ti parla, sappi che anche tu hai una forza dentro di te che aspetta solo di essere risvegliata.

E io sono qui, pronta a camminare al tuo fianco, per aiutarti a riconquistarla.